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In questi ultimi anni, le Corti europee si sono trovate a dover censurare numerosi interventi da parte degli Stati dell'Europa centro-orientale perché mettevano a rischio l'indipendenza della magistratura nazionale, assoggettandola al controllo del potere politico. Venivano così contraddetti non solo il diritto fondamentale dell'individuo ad una tutela giurisdizionale effettiva, che, per essere tale, richiede un giudice indipendente e imparziale nonché un processo equo, ma anche il principio costituzionale della separatezza dei poteri. Entrambi i principi sono alla base dello Stato di diritto e della stessa democrazia. Come è ovvio, spetta a ciascuno Stato definire il proprio sistema giudiziario, né esiste un modello standard che vada rispettato. La giurisprudenza delle Corti europee conferma, però, che la discrezionalità degli Stati in questo settore incontra alcuni limiti che vanno osservati. Alcuni degli scritti raccolti nel presente Volume esaminano proprio la giurisprudenza europea richiamata. Altri, rispettando il carattere multisettoriale del Dottorato di Diritto pubblico, affrontano specifici problemi che si pongono relativamente all'indipendenza del giudice nel quadro delle varie branche del diritto pubblico anche straniero (diritto amministrativo, tributario, contabile e penale). In apertura, poi, figurano contributi che esplorano alcune questioni di carattere generale, compresa quella dell'applicazione dell'intelligenza artificiale al processo. Il quinto volume dei Quaderni del Dottorato di Diritto Pubblico, conformemente ai precedenti, è arricchito dal testo di due lezioni tenute nell'ambito del corso di Dottorato. I contributi sono sottoposti a referaggio secondo quanto stabilito dal Regolamento della Serie.
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