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L'esperienza comunista in Emilia-Romagna, pur considerata rilevante dalla letteratura scientifica italiana e straniera, non è stata finora oggetto di studi approfonditi. Se abbondano gli stereotipi sulla «regione rossa» e sul «modello emiliano», manca un tentativo di storicizzazione di ampio respiro. In occasione del centenario della nascita del Partito comunista, questo volume si propone di colmare tale lacuna, individuando alcune questioni chiave della storia del Pci emiliano-romagnolo e fornendo linee interpretative che attraversano tutto il Novecento. L'obiettivo è restituire l'intreccio dei tragitti individuali e collettivi, la dialettica tra differenti spazi dell'azione politica e istituzionale (locali, regionali, nazionali, transnazionali), le linee di continuità e di frattura nella storia della regione e del comunismo emiliano. Gli autori di questa ricerca, per molti aspetti innovativa, si sono avvalsi di indagini documentarie condotte negli archivi locali e nazionali del Pci, nell'Archivio Centrale dello Stato, negli archivi dell'UE di Fiesole, del Comintern di Mosca e in altri ancora.
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