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Editore: Il Mulino
Reparto: Storia d'europa
ISBN: 9788815383747
Data di pubblicazione: 21/07/2023
Numero pagine: 376
Collana: Annali dell'Istituto italiano per gli studi storici
Nel Quarantotto le Calabrie furono il teatro di una rivoluzione radicale, sociale e tendenzialmente repubblicana. Nelle principali città si formarono dei comitati di salute pubblica, che presero il potere e proclamarono il 2 giugno 1848 la decadenza della monarchia dei Borbone e la sovranità del popolo. Nei centri rurali, fin nei più piccoli paesini, migliaia di uomini - piccoli proprietari, sacerdoti, professionisti, artigiani, contadini e braccianti - fecero il loro ingresso sulla scena politica e difesero per ben un mese la rivoluzione contro l'esercito del re. Dagli anni Venti del XIX secolo al 1848, il movimento politico radicale e il movimento popolare per il recupero dei beni comuni - terre, foreste, pascoli e acque pubbliche - occupati dai privati e alienati dallo Stato, diedero vita a dei gruppi di azione collettiva per i commons. Radicali e popolazioni lottarono contro lo Stato e i 'notabili' usurpatori per l'autonomia democratica dei municipi, la gestione collettiva delle risorse comuni e la ridefinizione in senso repubblicano e federale dello Stato, proiettandosi oltre la dimensione comunitaria, nel contesto rivoluzionario italiano ed europeo. L'emergere di una 'politica rurale' evidenzia le continue dinamiche di tipo orizzontale tra una politica 'alta', borghese, e le sollecitazioni provenienti 'dal basso'. Il caso calabrese si può considerare uno dei modelli della politicizzazione rurale, simile ad altre aree europee, come il Midi francese, la Renania e il Baden in Germania. Peculiare nel panorama italiano, ma integrato all'interno del lungo Quarantotto europeo.
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