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Sin dalla metà dell'Ottocento gli Stati europei, così come quelli nord e sudamericani, hanno messo in campo politiche e pratiche di selezione per gerarchizzare i migranti in base alla loro condotta politica e morale, allo stato di salute, alla razza. Attorno a questi cardini, si è così sviluppato un processo di definizione dei soggetti ritenuti «indesiderabili», una categoria sociale e amministrativa insieme, propedeutica alla criminalizzazione dei migranti e delle migrazioni. A partire da singoli casi di studio, questo volume analizza le diverse forme con cui il diritto è intervenuto per arginare o reprimere le migrazioni: le condizioni, cioè, in cui il diritto è stato usato per filtrare e selezionare i migranti a partire da categorie sociali ed economiche. I capitoli spaziano su di un periodo che va dalla metà dell'Ottocento fino ai giorni nostri, facendo dialogare storiografie differenti, come la storia del diritto, la storia della scienza, la storia del lavoro, per studiare i processi di definizione della categoria di «indesiderabile».
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