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Non c'è religione, né cultura religiosa, che non abbia un luogo del sacro. In esso si concentrano le tre costanti: simbolo, mito e rito. Come attestano i più affermati studiosi della materia nelle voci che compongono questo "Dizionario dei luoghi del sacro", esso designa semplicemente un luogo «separato», adibito a consentire il rapporto tra gli uomini e il divino. Lo scopo a cui il luogo è destinato prevale dunque sul modo in cui è progettato e costruito. Per gli antichi greci come per gli indiani, era sufficiente accendere un falò destinato ai sacrifici rituali all'interno di un quadrato tracciato nel terreno per ergerlo a luogo sacro, attribuendovi in tal modo un rilievo speciale. Le straordinarie inventività e creatività umane col passare dei millenni hanno poi diversificato i luoghi del sacro in forme diversissime e sorprendenti, toccando in molti casi vette nel campo dell'architettura e dell'arte. I templi e i complessi monumentali delle grandi civiltà euroasiatiche, mediterranee, dell'Estremo Oriente, fino alle Americhe e all'Oceania sono tutti il prodotto della volontà umana di assegnare a specifici luoghi «deputati» l'incontro tra umano e soprannaturale, tra umano e divino. Questo volume prende in considerazione non solo le «grandi religioni» ma anche i culti che, a torto, in passato sono stati considerati «minori», in cui sempre si incontrano le tre costanti del sacro: simbolo, rito e mito. I lemmi sono spesso accompagnati da schematiche illustrazioni che aiutano il lettore a comprendere meglio la struttura e l'evoluzione nel corso dei secoli degli edifici e dei luoghi in essi descritti.
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