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L'incontro di Marc Chagall con la vetrata avviene sotto il duplice segno della cattedrale di Chartres e di Padre Marie-Alain Couturier, promotore di una concezione dell'arte sacra rivoluzionaria. Proprio a Chartres, Chagall si appropria dei segreti formali e tecnici dell'arte delle vetrate. Tra gli anni cinquanta e gli anni ottanta, le città di Metz, Sarrebourg, Magonza, Reims, Nizza, Zurigo, Gerusalemme e New York saranno lo scenario di alcuni dei monumentali lavori su vetro dell'artista. Opere complesse, che appassionano l'artista, capace di coprire interi metri quadrati con armonie cromatiche dalla potenza narrativa e simbolica eccezionale. Fondamentale, nel processo di passaggio dalla maquette alla vetrata, la simbiosi con il maestro vetraio di Reims Charles Marq che, per poter riprodurre l'amplissima gamma cromatica voluta da Chagall, aveva ripreso la tecnica medievale della placcatura del vetro. Sui pezzi da lui composti, Chagall interveniva eliminando veli di colore, o aggiungendoli, tramite l'applicazione della grisaille, tecnica cisterciense che permetteva di ripassare intere campiture con l'acido, così da dare loro sfumature e matericità. Le maquette preparatorie offrono lo schema compositivo della singola vetrata; straordinari dettagli ne illustrano la grandiosità.
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