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Editore: Grafill
Reparto: Problemi e servizi sociali
ISBN: 9788827704929
Data di pubblicazione: 30/11/1999
Numero pagine: 112
La storia ci ricorda che la mafia non è solo una questione di criminalità, ma è radicata in un tessuto sociale complesso, dove le figure che ricoprono ruoli di autorità possono facilmente diventare complici di una cultura della violenza. Nell'Ottocento, un figlio di Partanna fu considerato un mefistofelico frate, un mafioso che teneva i collegamenti tra la mafia di campagna e quella della città e veicolava i messaggi dei detenuti nel carcere all'esterno. Sotto la sua protezione si sarebbero consumati una trentina di omicidi nella borgata Uditore di Palermo. La condanna di tali atti è una reazione naturale, una forma di ribellione contro l'idea che la morte violenta possa essere stata usata come un normale mezzo per il conseguimento dei propri fini. Questo disvelamento non solo mette in discussione la storia di una comunità, ma invita anche a una riflessione più ampia sulla moralità, sulla giustizia e sulla responsabilità individuale e collettiva. Questo episodio storico diventa così non solo un monito, ma anche un punto di partenza per una riflessione più profonda su come la società può e deve evolversi per superare le cicatrici di un passato atroce.
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