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Negli oltre vent'anni dalla rivoluzionaria entrata in vigore del d.lgs. n. 74/2000, il diritto penale-tributario si è rivelato un cantiere sempre aperto, tra novelle legislative susseguitesi in maniera frenetica e sperimentazioni di nuove forme di negozialità penale, fino a disegnare un sistema penale-riscossivo. Sul corpo normativo nazionale hanno poi impattato in modo dirompente le decisioni delle Corti Europee, rimettendo al centro del dibattito garanzie rimaste per molto tempo inespresse quali il nemo tenetur se detegere e il divieto di bis in idem. In questo quadro emergono - talune volte in modo più evidente e talaltre più silenzioso - una pluralità di criticità tra l'attuale disciplina sostanziale e processuale penale-tributaria e le norme della Costituzione, della Convenzione Europea dei diritti dell'Uomo e del diritto eurounitario. L'opera si propone di scandagliare i possibili profili di illegittimità costituzionale delle fattispecie incriminatrici, della risposta sanzionatoria, del processo e del doppio binario punitivo tributario-penale, individuando, ove possibile, un'interpretazione costituzionalmente conforme ed indicando, nelle altre ipotesi, le ragioni alla base di una possibile questione di legittimità costituzionale.
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