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Il volume discute l'ipotesi che l'integrazione tra gli studi interdisciplinari sul concetto di giustizia procedurale e gli studi giuridici classici sul procedimento e sul processo possa dare corpo a una concezione di giustizia procedurale non solo filosofica o psicologica, ma anche tecnico-giuridica, garantita da un sistema di norme capace di instaurare un legame tra le procedure e la giustizia dei risultati, posta a tutela di interessi reali ed effettivamente azionabile. Per esprimere la rilevanza assiologica che va riconosciuta de iure condito alle procedure, da una parte, si qualifica il contratto come una forma di giustizia procedurale pura e, dall'altra, si propone di qualificare la vicenda contrattuale come un «processo contrattuale»: tale espressione manifesta le radici della concezione negli approdi della teoria classica che qualifica quella vicenda più anodinamente come un «procedimento giuridico», ma al contempo allude in via diretta al superamento della tipica astrazione da ogni giudizio assiologico che ne caratterizza l'originario approccio. Il volume si compone di tre parti: la prima riguarda i rapporti tra «Giustizia procedurale e regolamento giusto» e indaga sul nesso tra il procedimento contrattuale e la giustizia del regolamento contrattuale; la seconda considera i rapporti tra «Procedimento e rapporto contrattuale», cioè i nessi tra il procedimento, da una parte, e la definizione ed attuazione del regolamento contrattuale, dall'atra; la terza parte, più breve, apre alla considerazione del rapporto tra «Procedimento e diritti».
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