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Editore: Bollati Boringhieri
Reparto: Filosofia occidentale moderna
ISBN: 9788833925561
Data di pubblicazione: 13/02/2014
Numero pagine: XIX-1234
Collana: Saggi.Storia, filosofia e scienze sociali
Forse in nessun filosofo come in Nietzsche si intessono e aggrovigliano - con un'eccedenza di pensiero che sfida gli esegeti - aspetti brutali e benefici motivi demistificatori, un'oltranza politica da cui trasuda il peggio dell'Ottocento giudeofobo e una potenza di controcanto che manda in frantumi il mito cristiano-germanico. Nietzsche è tutto questo: ribelle solitario, filosofo viandante, illuminista antirivoluzionario, soprattutto teorico del radicalismo aristocratico. Impossibile, se non sacrificando la storia, ridurlo a un'etichetta univoca. Eppure le interpretazioni si sono fortemente polarizzate tra orrore e grandezza. Gli accusatori hanno brandito la genealogia diretta dei capisaldi del nazismo dal suo "superuomo", ed emesso così una sentenza inappellabile; i difensori hanno orchestrato un'ermeneutica dell'innocenza fondata su una lettura allegorica di alleggerimento, in cui le sue posizioni più estreme sono apparse soltanto libera espressione di un mondo vitale oltreumano. In questo saggio, Domenico Losurdo persegue invece l'unica strategia non mutilante. Prende alla lettera i principi spietati dell'aristocraticismo antidemocratico di Nietzsche ma, invece di proiettarli sulla fosca progenie che li ha rivendicati, li riannoda al loro variegatissimo contesto ottocentesco. Non eludere le ombre inquietanti di Nietzsche contribuisce a ristabilire la verità, ma è anche il solo modo di esaltarne le luci dissacranti, sottraendolo alla sbiadita unilateralità dei suoi apologeti.
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