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Editore: Giappichelli
Reparto: Economia
ISBN: 9788834800720
Data di pubblicazione: 01/05/2011
Numero pagine: VII-127
Gli economisti hanno da sempre distinto il prezzo corrente di mercato, ossia quanto costa comprare una merce, dal suo valore, che è quanto costa invece produrla. Ma come si determina il valore? Il libro ricostruisce la genesi dell'idea del valore negli economisti pre-classici (Petty, Cantillon e Quesnay) per passare poi alla sua formulazione compiuta come teoria del valore-lavoro in Adam Smith e David Ricardo. Ed il profitto dei capitalisti non è altro che il pluslavoro dei salariati - è stata la scandalosa postilla di Karl Marx, che però ha dovuto ammettere che la solidità della relazione valore-lavoro entra in sofferenza non appena nella produzione subentra anche un solo bene-capitale. E che sofferenza, se Piero Sraffa ha potuto infine dimostrare che in questo caso non è più possibile ricondurre senza residui il valore della merce al lavoro (sia di ieri che di oggi) che è servito per produrla! Che con Sraffa la teoria del valore-lavoro tocchi perciò il suo termine? Niente affatto, perché proprio a partire dalla lezione sraffiana può ripartirne la conferma come teoria del neovalore-lavoro "vivo", così che il profitto torna ad essere pluslavoro e perfino il saggio del profitto ritrova la propria "legge" di caduta al crescere dell'accumulazione purché riferita al saggio "massimo" invece che al saggio generale.
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