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Editore: DIARKOS
Reparto: Scienze sociali
ISBN: 9788836164240
Data di pubblicazione: 15/01/2025
Numero pagine: 576
Collana: Saggi
È finita un'epoca storica, l'Era moderna, e ne è iniziata un'altra: l'Era complessa. Una transizione iniziata nel 1950 i cui effetti compiuti vedremo intorno al 2050. È sempre più diffusa, infatti, la sensazione di esser capitati in una fase inedita, che provoca smarrimento, perché senza riferimenti intellettuali o storici che aiutino a comprendere cosa sta succedendo e perché. Una sequenza di crisi multiple (economica, ecologica, politica, sociale, infine bellica) tocca tutti, ma è percepita come problema "alto" mentre siamo esposti quotidianamente a livelli molto "bassi" di dibattito pubblico. Il carattere del mondo odierno, dato dalla velocità dell'innovazione tecnologica, dello sviluppo delle reti planetarie ma soprattutto della crescita della popolazione mondiale, impedisce di cercare nel passato soluzioni da imitare o linee guida da replicare. Ci porta, in sostanza, in terre incognite. Il libro declina il concetto di complessità sempre su due binari. Da una parte l'analisi, ed eventualmente la prognosi, delle nostre società, del mondo, della realtà esperita. Dall'altra una riflessione sui sistemi di pensiero che creano "l'immagine di mondo" che abbiamo. Una discontinuità, infatti, intercorre tra i due ambiti, mondo ed immagine che ce ne facciamo. L'impostazione è interdisciplinare: si attraverseranno storia, geografia, economia, demografia, politica e geopolitica, tecnologia e ambiente. Per quanto attiene l'uomo, biologia, scienze cognitive, antropologia, sociologia, linguistica a partire dalla Preistoria. La spiegazione non sarà solo quantitativa, ma anche e necessariamente qualitativa. Arrivati all'oggi, si darà uno sguardo al futuro. A fronte di così profondi e repentini cambiamenti strutturali, infatti, rischiamo il disadattamento. Un esito da evitare, con atteggiamento attivo. La qualità e la quantità di problemi che pone l'Era complessa costringono a ragionare, in conclusione, a contatto più diretto con la complessa fenomenologia del mondo e delle popolazioni. Si tratta di fare, insomma, una "pedagogia della complessità".
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