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La presenza in Italia di oggetti bizantini provenienti da Costantinopoli e dalle altre regioni del Mediterraneo orientale, o prodotti nelle regioni italiane sottoposte alla dominazione bizantina, caratterizza tutto il periodo medievale e rimane significativa nei secoli successivi. Giunte attraverso le vie del commercio, della diplomazia, dei bottini di guerra, dei furta sacra e, in seguito, del collezionismo, queste opere hanno attraversato il tempo e lo spazio, finendo per trovare cittadinanza, di volta in volta, in contesti storici, geografici e culturali diversi da quelli per cui erano state create. Esse pongono l'osservatore e lo studioso di fronte a episodi di riuso, di manipolazione, di ricontestualizzazione e spesso di vera e propria risemantizzazione, ma a ben vedere sono proprio queste radicali trasformazioni ad aver consentito la loro sopravvivenza fino a noi. Si tratta di un patrimonio vasto e diffuso, che vede manufatti noti e meno noti convivere in molti casi all'interno degli stessi luoghi di conservazione, tanto nelle città più frequentate quanto nelle pievi più remote. I saggi contenuti in questo volume presentano alcuni casi studio esemplari, spaziando dall'area altoadriatica alla Sicilia e muovendosi tra tecniche e materiali diversi: dall'oreficeria alla scultura, dal mosaico all'intaglio in avorio. Opere - o frammenti di esse - che hanno viaggiato per sentieri spesso tortuosi e che oggi costituiscono un aspetto forse ancora poco esplorato della multiforme identità artistica della penisola.
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