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Un filo lega il Trionfo della Morte, affresco realizzato da un anonimo maestro intorno al quinto decennio del XV secolo per il cortile dell'Ospedale Grande di Palazzo Sclafani a Palermo, poi staccato e conservato a Palazzo Abatellis; Guernica, il capolavoro di Pablo Picasso del 1937, qui proposto nella seconda versione tessile realizzata nel 1976 da Jacqueline de La Baume-Dürrbach in stretta collaborazione con l'artista spagnolo (la prima versione è esposta nella sede del Consiglio di sicurezza dell'ONU); e la Crocifissione dipinta da Renato Guttuso nel 1941. Le tre opere sono qui poste in relazione, in modo inedito e originale, sollecitando un fecondo dialogo tra capolavori che non solo affrontano il medesimo tema dell'inesorabilità della morte, ma si rimandano a vicenda anche per l'impianto compositivo e figurativo. Picasso probabilmente conosceva l'affresco siciliano da riproduzioni fotografiche, Guttuso lo aveva frequentato direttamente quando era di servizio come allievo ufficiale a Palazzo Sclafani. Come scrive Guttuso, Picasso era "così profondamente entrato nell'ingranaggio poetico di quel dramma da averne prodotto uno equivalente".
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