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"Ma più di ogni altra riforma amministrativa, la realizzazione delle ferrovie contribuirà a consolidare la conquista dell'indipendenza nazionale": con queste parole Camillo Benso, conte di Cavour, già negli anni quaranta dell'Ottocento individuò il ruolo delle ferrovie nel percorso del Risorgimento. Ancor prima del 1861, la storia dell'unità nazionale e la storia delle ferrovie italiane risultano pressoché inseparabili. In linea con la visione di Cavour, i binari hanno reso concreta la geografia politica, collegando territori divisi da secoli di frontiere, favorito scambi economici e culturali, ridotto distanze, creato opportunità di lavoro e di mobilità sociale. I treni e le stazioni hanno anche contribuito a plasmare una nuova identità collettiva, fatta di viaggi, incontri, pendolarismi, emigrazioni, ritorni. In questo processo ormai ultrasecolare, le ferrovie sono state fonte d'ispirazione per letterati e artisti, diventando metafora potente della modernità, della velocità, del progresso, talvolta anche delle loro innegabili contraddizioni. Il volume racconta tutto questo attraverso saggi, box di approfondimento e un ricco apparato iconografico, con opere di Giuseppe De Nittis, Angelo Morbelli, Umberto Boccioni, Mario Sironi, Fortunato Depero, Giorgio de Chirico, Pino Pascali, Giulio Paolini e Jannis Kounellis, fotografie di Gianni Berengo Gardin, Letizia Battaglia, Ferdinando Scianna, Gabriele Basilico e Mimmo Jodice. Un libro di ampio respiro e di sicuro interesse, in grado di restituire ai lettori l'importanza storica delle ferrovie nonché la dimensione emotiva e immaginaria del viaggio in treno.
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