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Editore: Morcelliana
Reparto: Ingegneria e attivita affini
ISBN: 9788837231484
Data di pubblicazione: 31/07/2018
Numero pagine: 176
Collana: Biblioteca degli scienziati religiosi
"La prima delle opere presentate in questo volume, 'Della misura dell'acque correnti' (1628), segna l'inizio del periodo più importante della vita di Benedetto Castelli (1577/78-1643), il primo dei discepoli diretti di Galileo e fondatore di una scuola che ebbe tra i suoi allievi matematici e filosofi del calibro di Evangelista Torricelli, Bonaventura Cavalieri e Giovanni Alfonso Borelli. Originario di Brescia, dopo essere entrato nell'ordine benedettino cassinese Castelli si trasferì a Padova, dove conobbe il maestro e iniziò a collaborare con lui dapprima alle indagini astronomiche e successivamente agli studi sul galleggiamento dei solidi. Questi ultimi lo condussero ad approfondire le tematiche oggetto del trattato sulle acque correnti, la cui pubblicazione seguì di poco il suo trasferimento a Roma alle dipendenze dei Barberini e la nomina alla cattedra di matematica della Sapienza. Durante la lunga permanenza alla corte papale, durata pressoché fino alla morte, Castelli conservò sempre il desiderio di tornare in Toscana per riavvicinarsi a Galileo. Almeno in un caso agì concretamente in questa direzione, incontrando l'opposizione di Urbano VIII e soprattutto del potente cardinal nipote Francesco Barberini. 'Della misura dell'acque correnti' rappresenta un esempio particolarmente significativo dell'applicazione della matematica alla fisica posta da Galileo al centro della nuova scienza del moto, ma Castelli seguì il maestro anche sul versante più strettamente filosofico, condividendo con lui la concezione corpuscolare della materia e la nuova concezione delle qualità sensibili presente nel 'Saggiatore' (1623). Tematiche, queste, che trovano sviluppo negli 'Opuscoli filosofici', presentati qui in un'edizione critica. Scritti nella seconda metà degli anni Trenta e pubblicati postumi nel 1669 per iniziativa del principe Leopoldo de' Medici, essi testimoniano il tentativo del discepolo di ampliare l'orizzonte delle dottrine e del metodo del maestro, nonostante il particolare clima culturale instauratosi all'indomani del processo e della condanna del 1633." (Il curatore)
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