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Editore: Studium
Reparto: Diritto
ISBN: 9788838255038
Data di pubblicazione: 28/11/2024
Numero pagine: 728
Collana: Tesi Gregoriana. Serie diritto canonico
Nonostante l'assenza di una scienza canonistica, per tutto il I millennio, fino al concilio Lateranense II (1139), nella coscienza pratica della Chiesa, sia in Oriente che in Occidente, seguendo un metodo storico-canonistico in prospettiva interdisciplinare, è riscontrabile sotto vari profili la distinzione tra una potestà di governo e una potestà sacramentale. La prima era caratterizzata da un'ampia partecipabilità ad essa dai laici, dal carattere di graduabilità, di «amissibilità» anche a causa delle violazioni delle norme di competenza territoriale che ne rendevano l'esercizio semplicemente impossibile; la seconda invece da una radicale esclusione dei laici, dalla non graduabilità, dall'«inamissibilità» conseguente all'indelebilità del sacramento dell'Ordine da cui essa è originata, cosicché essa seguiva sempre e ovunque la persona del ministro ordinato, e gli atti sacramentali venivano riconosciuti validi anche se posti in violazione di competenza. Nella coscienza ecclesiale, inoltre, la distinzione delle due potestà appare riconducibile alla loro diversa origine: l'una sacramentale, l'altra extra-sacramentale. Esse però erano concepite in modo non separato: entrambe erano volte all'esercizio di una funzione pastorale unitaria, di santificazione e di governo, conferita anch'essa sacramentalmente; inoltre era ammesso di poter apporre autoritativamente condizioni irretroattive al valido esercizio della potestà sacramentale, cosa questa praticabile solo con lo sviluppo del primato di Roma.
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