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L'incontro tra l'impegno femminista e le discipline geografiche, avvenuto all'inizio degli anni Ottanta ha dato vita, soprattutto nell'ambito accademico anglofono, ad una serie di studi mirati a confutare le pretese di neutralità, oggettività ed universalità del sapere geografico mostrando che, in quanto prodotto di una società profondamente maschilista, la geografia non poteva che possedere le medesime caratteristiche. L'obiettivo era evidenziare le discriminazioni di genere - verso tutti i generi subalterni nell'interpretazione delle dinamiche spaziali, in modo da produrre un sapere geografico in grado di abbracciare tutte le esperienze umane e gli spazi da esse prodotti. Questo libro vuole essere un contributo alla diffusione degli studi geografici di genere in Italia, attraverso la presentazione di alcuni testi che hanno influenzato l'evoluzione della disciplina e portato l'attenzione su tematiche quali l'eteronormatività dello spazio, il rapporto tra il genere e le altre discriminanti comunemente utilizzate nella ricerca (classe, etnia...) e le problematiche relative alla ricerca sul campo.
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