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Billie Holiday
Szwed John F.

Billie Holiday

Editore: Il Saggiatore

Reparto: Musica

ISBN: 9788842824435

Data di pubblicazione: 12/07/2018

Numero pagine: 272

Traduttore: Montemaggi E.

Collana: La cultura


26,00€
Facile da trovare
Disponibile oggi da 2 Librerie

Sinossi

«Triste, olivastra, pigra, felina, fumosa, strana.» Sembra la declinazione di una personalità spigolosa, invece è quella di una voce, una voce «molto difficile da descrivere»: quella di Billie Holiday, la più grande interprete jazz di tutti i tempi. La dea dalle celebri stravaganze e irregolarità ritmiche; la Billie politica di Strange Fruite della Harlem degli anni trenta, anima gemella di Lester Young e rivale di Ella Fitzgerald; la Billie trasformista che strizza l'occhio al cinema e alla televisione ma viene paragonata a un poeta come John Donne. Un'icona inesauribile che ancora oggi, a sessantanni dalla scomparsa, chiede di essere decifrata. Non solo per le mistificazioni che costellano la sua discussa autobiografia, "Lady Sings the Blues". Ma perché la sua vita e la sua musica sono due giganti che si fronteggiano, difficili da armonizzare in un'immagine unitaria che non limi le asperità e le bizzarrie della sua persona ma nemmeno lasci in ombra la sua dimensione artistica. John Szwed prende in mano l'intricato filo dell'esistenza di Billie Holiday isolando le vicende biografiche - la miseria durante l'infanzia, poi la piaga del razzismo, l'abuso di droghe, la brutalità degli uomini - dalla sua ascesa musicale, quando il jazz, il pop e il blues si mescolarono e la voce «indelebilmente singolare» di Billie Holiday plasmò la storia del jazz. Tra brevi ritratti, scorci storici e raffronti inediti - come quello fra le "diseuses" del cabaret parigino e i cantanti gospel, soul e rap afroamericani -, Szwed si dimostra il maestro delle contaminazioni, dell'emozione e del rigore, capace di dare a Billie Holiday un volto nuovo, sfaccettato come un ritratto cubista. Con "Billie Holiday" il Saggiatore torna sulle tracce di questa artista intramontabile. Perché se «il jazz è il suono della sorpresa», le improvvisazioni di Billie Holiday risvegliano in noi la meraviglia dell'ascolto.

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