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Costruire l'arte. Palazzo Fodri a Cremona e il suo fregio in cotto. Ediz. italiana e inglese
Landi Angelo Giuseppe

Costruire l'arte. Palazzo Fodri a Cremona e il suo fregio in cotto. Ediz. italiana e inglese

Editore: Gangemi Editore

Reparto: Architettura

ISBN: 9788849251272

Data di pubblicazione: 04/11/2025

Numero pagine: 224

Collana: Arti visive, architettura e urbanistica


60,00€
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Sinossi

Palazzo Fodri - e il fregio figurato che ne scandisce la facciata - rispecchiano le metamorfosi del mito del Rinascimento. La dimora quattrocentesca, assorbita un secolo dopo dal monastero di Santa Maria di Valverde, riacquista una propria visibilità nell'ultima grande stagione di Cremona, l'Illuminismo, grazie a una delle riforme più coraggiose, la razionalizzazione dell'assistenza. Ad essa contribuisce la soppressione di conventi e monasteri e la loro ridestinazione ad usi collettivi, entro un processo gestito lucidamente dal colto patriziato locale: Giuseppe Picenardi e Antonio Cattaneo a questo miravano, assegnando il palazzo e la chiesa al Monte di Pietà ed il resto del monastero alla Casa d'Industria, sotto il controllo dell'architetto di comune fiducia, Faustino Rodi. Da metà Ottocento, il "Rinascimento lombardo" vive il passaggio da eredità intellettuale a modello letterale, la decorazione in cotto diviene campo di applicazione per l'"arte industriale" su cui tanto si contava per qualificare l'edilizia e gli oggetti d'uso, ma anche sostenere lo sviluppo economico. Infine negli anni Trenta, il restauro di palazzo Fodri, con le sue copie di busti e di modanature, chiude tardivamente un'epoca, pur limitando l'incolta invenzione del passato che segna quei decenni bui. In ombra è rimasto il modo in cui le immagini tanto ammirate si concretavano in manufatti che occorreva poi rifinire e proteggere, e nel tempo mantenere. L'arte non è sola espressione, ma costruzione, con le sue raffinatezze ed i suoi limiti: questa dimensione - di fonte e di testimonianza storica - si conserva nel mutare dei miti, evitando, anche a questa scala, ritorni a condizioni d'origine, o pro tempore giudicate ottimali, disperdendo cioè risorse molto scarse rispetto al patrimonio da salvaguardare. Angelo Giuseppe Landi Professore associato, Politecnico di Milano, DAStU, Dottore in Conservazione dei Beni Architettonici, membro del Collegio del Dottorato in Conservazione del Patrimonio Costruito, insegna alla Scuola di Specializzazione in tutela dei Beni Architettonici. Ha coordinato numerosi progetti di restauro di importanti edifici storici (palazzo Magio Grasselli e palazzo Fodri a Cremona), anche in zona sismica (Arquata del Tronto), a supporto delle amministrazioni locali. Le sue ricerche privilegiano la storia della costruzione, dall'Età Moderna al XIX secolo, e i suoi contributi figurano ai convegni internazionali del settore. Ha dedicato più pubblicazioni agli impianti e alla loro storia, in particolare all'illuminazione artificiale tra XVIII e XIX secolo.

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