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Editore: Edizioni Scientifiche Italiane
Reparto: Filosofia occidentale moderna
ISBN: 9788849558135
Data di pubblicazione: 15/04/2025
Numero pagine: 256
Gli antichi Greci si recavano a Delfi per ascoltare la Parola di Apollo che, predicendo il loro futuro, avrebbe fornito indicazioni su come comportarsi. Gli antichi Ebrei attraverso i loro profeti ascoltavano la Parola del loro Dio contenuta nella Torah, i cristiani, i buddisti, gli induisti e i musulmani ascoltano durante i loro riti la Parola contenuta nelle rispettive Sacre Scritture. Cosa sperano di riceverne tutti questi credenti? La cosa più importante che ci sia: risposte dirette o indirette circa il senso della vita, innanzitutto della loro vita. Per chi vive immerso nel frastornante ritmo delle società post-industriali, iper-moderne, più o meno "liquide", dominate dall'ideologia del progresso scientifico e tecnologico e pertanto secolarizzate e smagate (Weber avrebbe detto "disincantate") è diventato arduo continuare a riconoscersi nelle mitologie al cui interno sono strutturate le risposte che le varie religioni sono in grado di dare sul senso della vita. Eppure, per chi vuole vivere consapevolmente, non buttandosi via nel "giorno per giorno" e neppure drogandosi con i successi di uno High Tech che avanza alla cieca, occorre trovare una strada. La proposta contenuta in questo libro parte da una rilettura del percorso del pensiero occidentale, con particolare riferimento a quello greco, effettuata in controluce a partire da una prospettiva fenomenologica radicale, che intende mettere in discussione le interpretazioni correnti del rapporto fra parole e cose ripercorrendone l'ontogenesi e la filogenesi. Questo taglio fenomenologico ci aiuta a rileggere, finalmente, il percorso che nell'ultimo secolo ci ha portato all'incapacità di credere in qualcosa che trascenda il quotidiano e quindi al "vuoto di senso". In questo percorso un ruolo centrale ha avuto la rivoluzione "liberatoria" con la quale cinquant'anni orsono ci siamo (giustamente) liberati del "disagio della civiltà" (Freud) senza riuscire però, successivamente, a evitare di attivare meccanismi che mettono in crisi il legame che tiene unita la società. La proposta qui contenuta per uscire da questa crisi è impegnativa e probabilmente non generalizzabile: ma forse per "salvare il mondo" sarebbe arrivata l'ora di liberarsi dalle utopie otto-novecentesche che puntavano sulle grandi masse, e far tesoro delle esperienze plurimillenarie di valorizzazione delle élites consapevoli.
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