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Editore: Rubbettino
Reparto: Scienze sociali
ISBN: 9788849836059
Data di pubblicazione: 31/10/2012
Numero pagine: 372
Collana: Saggi
Può la democrazia diretta essere la risposta alle crisi dell'economia di mercato e della politica nazionale, agli effetti perversi della divisione del lavoro sociale? Negli anni Trenta questa prospettiva, incarnata nella struttura dei soviet in URSS, con la sua promessa di una società egualitaria e senza classi, affascina e poi disillude molti intellettuali militanti. Il crescente potere della burocrazia sovietica diventa il simbolo dell'avvento di una nuova classe sociale, non più basata sul possesso di mezzi, ma delle competenze necessarie a gestirli, ed a garantire il funzionamento di una società complessa. È in questo contesto che torna d'attualità il dilemma posto da Durkheim: come equilibrare la necessità di una cultura funzionale - che porti gli uomini a specializzarsi in modo sempre più efficace allo svolgimento del proprio ruolo - con il rischio che l'eccessiva specializzazione crei frammentazione e conflitto, invece di accrescere la solidarietà e l'ordine sociale? Come limitare la distanza e l'incomunicabilità fra i diversi ruoli, permettendo un minimo controllo sulle strutture decisionali, per giungere ad una democrazia che non sia assoluta (come proponevano i rivoluzionari), ma sia comunque più solida rispetto a quelle europee degli anni Trenta, la cui divisione interna aveva portato molti a guardare con favore ai modelli di stato totalitario?
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