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Nel marzo 2020 l'Italia, così come tutti i paesi del mondo, ha dovuto fare i conti con l'improvvisa esplosione della pandemia da Covid-19. Secondo i dati della WHO, al 20 gennaio 2023, la pandemia ha provocato oltre 663 milioni di casi confermati e oltre 6,7 milioni di decessi in tutto il mondo, costringendo i governi e le autorità dei paesi colpiti ad applicare misure preventive e interruzioni forzate delle attività quotidiane per rallentare e contenere la diffusione del virus. Tali circostanze, oltre a rivelare importanti dinamiche recessive sull'intero sistema socio-economico, hanno svelato effetti e implicazioni che hanno fortemente impattato sulla recrudescenza e sull'aggravamento di fenomeni di isolamento ed esclusione già particolarmente diffusi tra fasce sociali a rischio, segnando in maniera esiziale il benessere complessivo delle persone. In questo contesto, anche le Fondazioni Lirico-sinfoniche italiane hanno sospeso per molti mesi e a più riprese le proprie attività privando le comunità dei teatri, un pezzo rilevante della dimensione aggregativa umana e culturale che contribuisce significativamente anche alla promozione del benessere delle persone e di intere comunità. A partire da tale premessa, mediante uno studio trasversale, ci si è interrogati sugli sforzi e sulle risorse intellettuali, organizzative e gestionali messe in campo per contrastare la diffusione della pandemia nei luoghi di lavoro e per garantire la produzione artistica e la relativa fruizione da parte dei pubblici. L'indagine nazionale è stata condotta da luglio a novembre 2022 con il fine di esplorare e comprendere le dinamiche e le tendenze gestionali e decisionali delle FLS, nonché il loro sforzo di ridefinizione dei propri obiettivi e delle proprie strategie nel contesto pandemico.
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