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Editore: Inschibboleth
Reparto: Filosofia occidentale moderna
ISBN: 9788855292856
Data di pubblicazione: 03/03/2022
Numero pagine: 206
Le identità nazionali sono, in generale, basate sulla corrispondenza tra patria e lingua. Tuttavia questa combinazione non si applica alle comunità della diaspora e in particolare agli ebrei, la cui identità complessa lungo i secoli si è costituita sull'idea di una patria sempre altrove. Il popolo ebraico può essere un contro-modello per ripensare, da una prospettiva non solo storica, ma anche filosofica e teologica, il nesso tra patria e lingua. L'ebreo, "l'eterno errante" nelle lingue degli altri popoli, mette radicalmente in discussione l'autoctonia dei legami politici e filosofici tra lingua, identità e nazione. Contrariamente all'appartenenza a un paese concreto, nella tradizione ebraica, la patria consiste principalmente in un corpo di testi, una tradizione culturale, un patrimonio astratto che esula da una delimitazione territoriale. Questo volume intende analizzare il nesso teoretico tra lingua-madre e la nozione di patria attraverso le voci di pensatori ebreo-tedeschi, mettendo in luce come eventi storici, quali l'assimilazione, la repubblica di Weimar, la Shoah e la fondazione dello stato di Israele, abbiano contribuito a ridefinire questa relazione.
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