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Editore: Franco Angeli
Reparto: Letteratura italiana: critica
ISBN: 9788856816525
Data di pubblicazione: 11/12/2009
Numero pagine: 112
Collana: Critica letteraria e linguistica
L'accidia non è pigrizia, non è indifferenza. In particolare, in letteratura come nei classici studi sull'argomento (si pensi a Saturno e la melanconia di Klibansky, Saxl e Panowsky o a Stanze di Giorgio Agamben) l'accidia viene a trovarsi in rapporto spesso conturbante con la melanconia, e talvolta a essere identificata con essa, o con una sua specie. Ma l'accidia non è melanconia, come non è disperazione: la ricostruzione della storia dell'idea di accidia proposta in questo libro offre una prospettiva originale sul rapporto che lega, o piuttosto distingue, tali passioni. L'autore torna a considerare le prime apparizioni della parola nell'Antico Testamento, interviene per la prima volta sull'accidia attribuita a Cristo nella più antica versione latina del Vangelo di Marco e, soprattutto, discute sistematicamente del rapporto dell'accidia - intesa infine come vizio dalla teologia morale - con la tristitia in primo luogo (inclusa nel più antico catalogo di vizi capitali e scomparsa appena prima di san Tommaso d'Aquino) e, secondariamente, con la teoria dei quattro umori e temperamenti della medicina antica e medievale, le cui suggestioni sul pensiero morale cristiano sembrano aver lasciato tracce precocissime già in Gregorio Magno.
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