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Accogliere Collòculi all'interno del Parco Archeologico di Pompei significa affermare con forza il valore dell'inclusione sociale attraverso l'arte. Il Parco, da sempre attento alle tematiche giovanili, riconosce nell'opera un ponte tra passato e presente, un'occasione di riflessione e dialogo. La scelta delle Terme del Foro come luogo di esposizione è particolarmente significativa: un tempo spazio di incontro e confronto, oggi diventa il contesto ideale per un'opera che si fonda sul colloquio tra sguardi, incarnato dall'Oculus, simbolo di relazione e scambio. Altro aspetto cruciale è il materiale: l'alluminio riciclato. La storia non è immobile, ma si rigenera continuamente, proprio come la materia. Pompei non è solo testimonianza di una tragedia, ma il simbolo di una rinascita etica, sociale e culturale. [Gabriel Zuchtriegel] Sensibile a ogni forma di lateralità, di umbratilità, di storia trasversale, di silenzio che esseri abbandonati o marginalizzati sono costretti a vivere nell'incertezza degl'anni dei giorni delle ore, di Luggo afferra il mondo della vita e dei mille significati che la riguardano utilizzando strategie corali dove costruzione geometrica e perfezione estetica si intrecciano tra loro per farsi trama di un racconto, insieme scientifico e metafisico (ad alto grado simbolico), sull'occhio, sullo sguardo, sulla vista. [Antonello Tolve] L'interconnessione tra archeologia e arte contemporanea rappresenta un elemento essenziale della visione del Parco Archeologico di Pompei: Collòculi rappresenta la volontà di aprirsi a linguaggi innovativi, capaci di stimolare traiettorie originali di ri-generazione delle radici.
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