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La monografia presenta una selezione di fotografie di Ljubodrag Andric, realizzate dal 2008 a oggi e che hanno per oggetto paesaggi, muri, facciate e interni di edifici medievali e moderni. Di grande formato, queste fotografie sono caratterizzate dall'assenza della figura umana e da un impianto formale che, nonostante l'attenzione per il dettaglio realistico, trova le sue matrici nell'astrazione geometrica e in quella materica. Ciò che maggiormente le caratterizza è la qualità tattile dell'immagine, che rimanda alla tecnica dell'affresco. Ripresi come spazi essenziali, ricchi di particolari ma privi di fronzoli, i luoghi fotografati da Andric sono sottratti alla monumentalità che è loro propria con lo scopo di neutralizzare la narrazione legata al contesto e al tempo storico di appartenenza. Prive di narrazione - le singole immagini non lasciano prefigurare un prima e un dopo - le opere di Andric sono incentrate sul concetto di limite invalicabile (il muro), di vuoto (gli interni) e di assenza (la vita senza l'essere umano). Questo volume contiene, oltre al saggio introduttivo del suo curatore, Demetrio Paparoni, una conversazione dell'artista con William A. Ewing e testi di Barry Schwabsky, Aldo Nove e Philip Tinari che consentono di accostarsi al lavoro di uno dei fotografi più interessanti dei nostri giorni e di approfondirne i temi.
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