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Alla luce degli importanti cambiamenti in atto nei rapporti tra generi e generazioni, il volume discute alcune tematiche necessarie per comprendere come stanno cambiando i movimenti delle donne: il lavoro di cura, che rappresenta il fil rouge che ha attraversato nel tempo i diversi movimenti femministi; la voce maschile; la relazione fra tecnologie della comunicazione, migrazioni e attivismo femminile. Si chiude con una riflessione sul valore simbolico del corpo. Il movimento Femen è assunto come metafora e come esempio emblematico di questi mutamenti nella costruzione di politiche, conflitti e soggettività sul nesso tra corpi, poteri e libertà. "Sextremism", "Femen è morte al patriarcato", "Il mio corpo è il mio manifesto" sono slogan assai diversi da "Il corpo è mio e lo gestisco io" del femminismo degli anni '70 e sono scritti sul corpo e questo perché l'idea che sta alla base del "corpo Femen" è sostanzialmente quella di libertà, con l'articolazione che questa comporta, ed è questo elemento che fa sì che si possa attribuire a questo movimento un valore inequivocabile. Prendendo atto che il corpo delle donne è utilizzato per vendere qualsiasi cosa, l'obiettivo delle Femen è quello di far sì che questo "venda" anche idee, quelle proprie del genere, mostrando così che non c'è nulla di più politico del corpo, in un'epoca storica nella quale la politica è intrecciata a filo doppio con l'economia, che mercifica oggetti, emozioni, sentimenti e ovviamente corpi, soprattutto femminili.
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