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Nel panorama attuale della diagnosi e della cura dei disturbi evolutivi della parola e del linguaggio, la disprassia verbale evolutiva (DVE) costituisce un quadro clinico di particolare complessità. Nella letteratura internazionale è definita come un disordine dell'articolazione dei suoni del linguaggio in cui la precisione e la sistematicità nella produzione articolatoria risultano compromesse in assenza di deficit neuromuscolari e di gravi anomalie strutturali a carico dell'apparato bucco-fonatorio. La disprassia verbale può limitare le capacità comunicative del bambino e influire sull'adattamento sociale e sull'apprendimento. Disturbo dall'eziologia e dai correlati neurobiologici tuttora poco definiti, la DVE può limitare fortemente le capacità comunicative del bambino sin dalla più tenera età con conseguenze che si riflettono negativamente sull'adattamento sociale e sugli apprendimenti scolastici. Questo volume si propone di affrontare in modo sistematico caratteristiche cliniche, criteri diagnostici, profili cognitivi, ipotesi eziopatogenetiche, metodi di valutazione e principi di trattamento attraverso una revisione della letteratura e la presentazione di alcuni dati clinici e sperimentali che sono il frutto di ricerche personali condotte dagli autori. Prefazione di Stefano Vicari.
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