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La panchina dei versi si è dimostrata, fin dalla sua inaugurazione, uno degli eventi più poliedrici tra quelli che ho avuto l'onore di ideare per la diffusione della cultura e della poesia in Italia. [...] Il tempo compie il suo inesorabile tragitto, minuto dopo minuto, ci trasforma in forme sempre nuove, è compito dei poeti provare a eludere il conteggio delle stagioni. E in questo libro troveremo il tentativo di sconfiggere il tempo con i versi, aggiungendo un piccolo tassello al grande mosaico delle verità. Come ho avuto modo di scrivere in passato: "Il poeta non scrive versi, riveste sembianze che eterne giacciono". Dalla Prefazione di Giuseppe Aletti. Sono passati alcuni anni, ma mi sembra di essere ancora a Rocca Imperiale, luogo magico che, grazie al Festival Il Federiciano, promosso dallo scrittore ed editore Giuseppe Aletti, è diventato il Paese della Poesia. [...] Dietro la chiesa, una panchina, isolata, che si può anche spostare perché non è fissata al terreno. Cominciamo ad utilizzarla come posto privilegiato da condividere col gruppo di poeti; li invitiamo a leggere i testi che hanno contribuito alla loro formazione culturale. Conoscere il passato è la base per capire il contesto storico in cui viviamo. Ognuno acquisisce una preparazione che si ricollega ad epoche lontane ma sempre attuali. Le tematiche, le inquietudini, i quesiti di carattere esistenziale sono elementi che si ripresentano senza mai essere "fuori moda". Dalla Prefazione di Alessandro Quasimodo.
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