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Editore: Polistampa
Reparto: Scienze sociali
ISBN: 9788859604068
Data di pubblicazione: 01/01/2008
Numero pagine: 280
Collana: Biblioteca di medicina e storia
Attraverso pagine di letterati e filosofi, medici e naturalisti, il volume documenta come nel '500 fu concepita l'idea di mettere l'uomo "in camicia", ovvero di farlo scendere dal piedistallo su cui s'era collocato atteggiandosi a signore dell'universo. Nelle suggestive pagine di Lucrezio, Plinio, Cyrano de Bergerac, Carlo Linneo, Denis Diderot, Giacomo Casanova, Giacomo Leopardi, Charles Darwin, Edgar Allan Poe, Gustave Flaubert, Mark Twain, Primo Levi, Italo Calvino e molti altri si ripercorrono le tappe dell'antropologia, toccando le delicate questioni del posto dell'uomo nella natura e del suo impegno morale in un quadro evoluzionistico. Il libro attesta, da una parte, l'inquietudine sorta nell'uomo dalla scoperta della sua natura animale e, dall'altra, il divertimento di poter scherzare con le proprie origini ed evoluzione, azzardando di conversare con Dio, di riscrivere la storia della creazione, di demolire l'idea di un progetto superiore. E testimonia i grandi contributi non solo scientifici offerti dalla "storia naturale dell'uomo": la necessità di fare tabula rasa di tutti i preconcetti, la valorizzazione delle differenze individuali e l'annullamento di quelle razziali, l'esortazione a procedere verso società multietniche. Un 'manifesto' dell'antropologia nel suo farsi, lungo i percorsi che hanno portato la scienza dell'uomo al centro del dibattito contemporaneo: non solo mediante le teorie e le pratiche, ma anche gli incubi e gli sghignazzi.
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