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Editore: LetteraVentidue
Reparto: Disegno, arti decorative e minori
ISBN: 9788862427029
Data di pubblicazione: 11/05/2022
Numero pagine: 92
Collana: Graph/it
«Fino all'alba dell'attuale millennio, quando si sono diffusi i corsi di laurea in Visual Design, uno dei tratti distintivi della progettazione grafica italiana era una formazione analoga a quella di Peter Behrens, antesignano del Corporate Design, che riduceva la sua biografia, con signorile understatement, a "Geboren am 14. April 1868 in Hamburg. Im Übrigen Autodidakt", nato il 14 aprile 1868 ad Amburgo, per il resto, autodidatta. Nato il 18 febbraio 1963 a Cagliari, Stefano Asili ha conseguito una giovanile laurea in Fisica e in seguito un dottorato in Architettura, ma rientra appieno nel tutto sommato rassicurante mainstream storico nazionale per quanto riguarda la progettazione grafica, una delle rare arti contemporanee, fortunatamente senz'aura e programmaticamente senz'unicità, che manifesta piena realizzazione e tutt'altro che svilimento nella riproduzione meccanica. Confidando come Paul Klee che "Nur der Schein trügt nicht", soltanto l'apparenza non sia ingannevole, negli artefatti grafici di Asili si possono scorgere di tralice, in un gioco tacito tra la mano di chi traccia segni e gli occhi di chi li guarda, sia memorie attive della sua educazione superiore (il fascino per il concerto compositivo, come l'amore per l'alfabeto ambiguo dei numeri e la rigorosa magia della ricorsività), sia bagliori raffinati del retaggio visivo del Novecento razionale, che ha interrogato a lungo, sia eco latenti di altre sue esperienze vitali, dal volo alla vela. Scorrendo l'antologia dei lavori di Asili, una "scelta di fiori" che però inibisce la visuale estesa del terreno e del suo humus, in questo nitido volumetto ("Pro captu lectoris habent sua fata libelli", sosteneva Terenziano Mauro molti secoli fa), si scopre come una primigenia riuscita adesione all'etica spartana della "minima forma, minimo materiale" sia stata temperata col tempo, in specie da una felice e originale sperimentazione di tramature di segni e tessiture di testi, ove si intrecciano motivazioni personali e portati profondi della cultura della Sardegna. Il florilegio degli artefatti si connota in particolare per un fitto dialogo di iconismo sorridente e cromie saporose, espressività frugale e reversibilità sfondi/figure, ambiguità percettiva ed economie segniche; non mancano abili sperimentazioni di immagini coordinate, programmaticamente disciplinate quanto flessibili. Si palesa infine così come la pacata arguzia discorsiva dei dettati visivi di Asili, di frequente accompagnati da un gusto sottile per l'enimma da decrittare in seconda lettura, si associ alla coppia di peculiari tratti pertinenti della progettazione grafica italiana: energia ed eleganza, Verdi e Bodoni - per riprendere la fulminante definizione di Massimo Vignelli.» (Sergio Polano)
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