La guerra del sale tra agricoltori e salinari a Salsomaggiore di Camurani E. (cur.) - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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La guerra del sale tra agricoltori e salinari a Salsomaggiore

La guerra del sale tra agricoltori e salinari a Salsomaggiore

Editore: Mattioli 1885

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788862616249

Data di pubblicazione: 22/06/2017

Numero pagine: 126

Collana: Strumenti per il lavoro storico


14,00€
Esaurito

Sinossi

L'impoverimento progressivo delle acque, in quantità e grado di salinità, l'aumento della domanda estesa ai tre Ducati - Parma, Piacenza e Guastalla - per l'aumento della popolazione e dei consumi interni, la volontà Ducale di provvedervi in monopolio con la propria Regìa del sale avente perno sulle Fabbriche Salsesi: a metà settecento - Finanza Ducale ed Amministratori delle saline - trovano la soluzione importando dalle Saline dell'Adriatico, Cervia e Comacchio, i quantitativi di sale mancanti, che trasportati a Salso, via acqua sul Po ad Ongina e quindi con cariaggi sino a Salso, vengono fusi col sale naturale, estratto dalle acque salse da secoli, certo dall'877, come è documentato. L'eccezionale sale di Salso è esitato a 15 £ al "peso", quello importato dal Mare a £ 2,50, e rivenduto alla pari del "puro", con un profitto delle finanze ducali che vedono questa voce la più importante nel Bilancio Ducale. Occorre però evaporare l'acqua con la mischia dei due Sali, occorre quindi un esorbitante consumo di legname, fascine e tagli grossi, che provengono dai boschi attorno a Salso per 8 miglia riservati alle saline; occorre poi tagliare, trasportare la legna, che si aggiunge al trasporto del sale marino dall'Ongina ed al riparto tra i depositi dei Ducati - Parma, Piacenza, Borgo Taro, San Donnino, ed altri 200 depositi minori, compresi tutti i Borghi e Comuni - del sale lavorato in quattro qualità, per distinguerli con la loro colorazione: Rossetto, Bianco, Berrettino, Comune da quelli di contrabbando importati illegalmente, soprattutto dal genovesato. I maggiori consumi, agli inizi dell'800, nell'età "francese" per l'aumentata popolazione, le truppe di stanza ed in transito, la salatura delle carni, per la fabbricazione dei formaggi, per insaporare il largo uso della farina di mais, rendono sempre più necessari quantitativi maggiori di sale e, quindi, di uso di legnami per estrarli, ma anche altrettali quantitativi di generi alimentari affidati alla produzione agricola. Dalle due opposte esigenze, nascono due risposte diverse su cui si fronteggiano i "salinari" custodi dell'ortodossia dell'estrazione del sale e gli "agrari" favorevoli ad emancipare le terre dalla corvée del sale, per renderle a coltura e produttive. I vari Governi Ducali, ed "illuminati" francesi, poi ancora Ducali non decidono, ma in effetti le loro simpatie vanno ai "salinari", sino a quando la patata bollente rimarrà nelle mani di un Ministro dell'Italia Unita, Gioacchino Napoleone Pepoli, a cui spetterà l'ultima parola nel 1860.

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