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Editore: Odoya
Reparto: Storia d'europa
ISBN: 9788862889872
Data di pubblicazione: 11/11/2025
Numero pagine: 368
Collana: Odoya library
"Non esiste niente che si possa chiamare società, esistono solo gli individui" è la frase con cui Margaret Thatcher nel 1987 riassunse il dogma su cui aveva impostato la rivoluzione neoliberista che si stava estendendo all'intero Occidente. Quando otto anni prima aveva preso il potere, l'Inghilterra giaceva in uno stato di profonda depressione economica, sociale e morale, e le città in una condizione di spettrale abbandono. Nei vent'anni precedenti, quelli del boom economico e della società dei consumi, l'Inghilterra aveva vissuto la più grande rivoluzione urbanistica d'Europa. I vecchi quartieri vittoriani erano stati rasi al suolo e le loro comunità disperse per lasciare spazio a un nuovo paesaggio alienante. Una generazione di giovani cresciuti nel pieno di queste trasformazioni ha saputo interpretarne musicalmente i sentimenti e i condizionamenti, leggendovi lo specchio di un mondo che sembrava non offrire più alcuna prospettiva. Joy Division, Bauhaus, Killing Joke, Cure, Siouxsie and the Banshees, OMD, Soft Cell, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Death in June. Le radici e il significato di questi gruppi affondano rispettivamente nel no future urlato rabbiosamente dal punk e nel coraggio di non esservisi voluti arrendere, di aver saputo suggerire una via di uscita da esso. Nato in un paesaggio urbano e sociale che si rifletteva nelle suggestioni distopiche evocate da Arancia Meccanica di Kubrick e dai romanzi di James Ballard, il post punk inglese è un fenomeno culturale erede del romanticismo che ha rilanciato un messaggio, rivoltoso e malinconico allo stesso tempo, contro l'idea di felicità neoliberista nella quale siamo ancora oggi ingabbiati.
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