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Editore: Vannini
Reparto: Diritto
ISBN: 9788864460840
Data di pubblicazione: 30/11/2023
Numero pagine: 248
Il racconto dettagliato e documentato dell'atteggiamento della comunità bresciana di fronte al problema penitenziario nel secolo XIX vuole richiamare l'attenzione generale sui problemi della pena e sulla relativa, nuova cultura voluta dall'art. 27 della Costituzione. Rispetto al passato - secondo l'autore - la situazione penitenziaria è migliorata, ma è necessario che la pena oltre che essere "umana", offra al condannato delle opportunità di reinserimento, divenendo in tal modo uno strumento utile a tutti. Il carcere non può essere abolito ma deve cessare dall'essere esclusivamente scuola di delitto, come avveniva in passato. La convinzione dell'autore di questo saggio è che esso debba diventare, nella misura massima possibile, un servizio essenziale e costruttivo per la comunità. I primi vent'anni della Riforma penitenziaria, che ha voluto la magistratura di Sorveglianza, hanno insegnato che la strada è lunga e difficile, ma non utopistica, ed è senza alternative. L'esecuzione della pena - in questa visione - deve strutturarsi come "fatto sociale" che veda tutti, cittadini ed enti, direttamente coinvolti.
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