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Editore: Pisa University Press
Reparto: Scienza politica
ISBN: 9788867415274
Data di pubblicazione: 02/12/2015
Numero pagine: 240
Collana: Saggi e studi
Luciano Della Mea (1924-2003) è stato, in primo luogo, un intellettuale atipico, uno scrittore e un pensatore "irregolare". Formatosi politicamente all'interno di un'area specifica del Psi milanese - quella che ebbe fra i suoi esponenti più significativi intellettuali come Raniero Panzieri, Gianni Bosio, Giovanni Pirelli - della Mea è stato un interprete originale del marxismo critico e un protagonista della vita culturale e politica della sinistra italiana del secondo dopoguerra. Redattore dell'"Avanti!", dei "Quaderni rossi", di "Nuovo Impegno" e di numerose riviste di base, ha preso parte all'intensa stagione dei movimenti che hanno contrassegnato la scena politica e sociale italiana negli anni Sessanta e Settanta, ponendosi come trait-d'union fra l'originale elaborazione teorico-politica del "socialismo di sinistra" e le pratiche politiche e sociali dei movimenti della Nuova Sinistra. La cifra dell'apporto dato da Della Mea alla cultura della sinistra italiana può essere sintetizzata nella costante tensione che ha contraddistinto il suo impegno politico nel superare la separazione esistente fra pratica e teoria operando all'interno del conflitto sociale: come osservatore partecipante, rifiutando quindi il ruolo di intellettuale esterno. Il volume raccoglie una silloge di scritti pubblicati da Della Mea fra il 1962 ed il 2003 relativi a una pluralità di tematiche: l'operaismo, l'imperialismo, la struttura del capitale, il disagio psichiatrico...
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