La memoria dei luoghi. Gli storici locali in Piemonte tra Ottocento e Novecento di Fassino G. (cur.); Zampicinini F. (cur.) - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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La memoria dei luoghi. Gli storici locali in Piemonte tra Ottocento e Novecento

La memoria dei luoghi. Gli storici locali in Piemonte tra Ottocento e Novecento

Editore: CELID

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788867891498

Data di pubblicazione: 17/06/2020

Numero pagine: 488


30,00€
Esaurito

Sinossi

Gli storici locali sono senz'altro figure paradigmatiche nella società italiana dell'Otto e del Novecento, una presenza capillare e diffusa, fra i due secoli, in tante comunità della Penisola. Dalle città ai più piccoli borghi sono infatti moltissimi i luoghi la cui storia è stata studiata, oggetto di saggi e monografie, ad opera di autori sovente non professionisti, mossi in questo impegno intellettuale da motivazioni molteplici. Si tratta di persone provenienti da differenti percorsi umani e culturali che ad un certo punto della propria vita hanno sentito il bisogno di scrivere, a beneficio soprattutto dei concittadini, la storia del proprio paese. Obiettivo di questo volume è quello di riflettere concretamente su queste figure, cercando cioè di comprendere come gli storici locali rappresentino un elemento significativo tanto della storia quanto della storiografia italiana. Attraverso numerosi approfondimenti bio-bibliografici, relativi in particolare a Piemonte e Valle d'Aosta, la "storia della storia locale" è analizzata sia muovendo da una serie di specifici territori, sia presentando singole figure di intellettuali che si sono dedicate allo studio della storia della propria piccola patria. Si tratta di una storia che non è solo storia civica e istituzionale, ma che si apre anche a significativi e originali contributi nel campo dell'etnografia e dello studio delle culture popolari. Guardare oggi alla vita e all'opera di chi ha dedicato anni, talvolta decenni, a indagare la storia locale dei comuni piemontesi è anche un modo per rendere riconoscenza a questi studiosi, il cui lavoro è stato sovente interpretato negativamente e troppo frettolosamente tacciato di dilettantismo. Parafrasando quando Michel Foucault riferiva degli psichiatri dell'Ottocento, si potrebbe dire che è facile ridere degli storici locali del XIX secolo, mentre bisognerebbe piuttosto riconoscerne la serietà e il rigore del metodo, che va giudicato sempre in relazione agli strumenti e alle conoscenze dell'epoca. È del resto grazie anche al loro silenzioso e misconosciuto lavoro se in molte comunità oggi è possibile leggere e conoscere la storia dei luoghi, rivendicando e praticando fattualmente il «diritto a un po' di storia locale», come ha con efficacia sottolineato Zadie Smith: un'eredità culturale ancora attuale, quella lasciataci degli storici locali con le loro opere, che tuttora ci parla e ci arricchisce.

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