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Gigli spezzati. L'assassinio di due preti di Anghiari. La misteriosa morte di don Domenico Mencaroni, parroco di Verazzano. Il massacro di don Giuseppe Tani, parroco di Casenovole
Gallorini Santino

Gigli spezzati. L'assassinio di due preti di Anghiari. La misteriosa morte di don Domenico Mencaroni, parroco di Verazzano. Il massacro di don Giuseppe Tani, parroco di Casenovole

Editore: Nuova Prhomos

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788868537616

Data di pubblicazione: 30/10/2024

Numero pagine: 88


20,00€
Si fa attendere

Sinossi

Quando nel 2019 fui nominato Parroco dell'Unità Pastorale di Anghiari, l'Arcivescovo Riccardo mi disse: «Alessandro, sei successore di due preti martiri». Confesso che all'inizio non compresi il valore di quella affermazione, perché il mio pensiero era rivolto all'eredità che andavo a ricoprire succedendo a Mons. Marco Salvi ma soprattutto a don Nilo Conti. Ben presto mi resi conto, date le mie origini anghiaresi, a chi stava alludendo il mio Vescovo: erano don Giusppe Tani e don Domenico Mencaroni. Ma la cosa che più mi ha colpito, oltre al fatto della loro barbara uccisione, è stato scoprire l'inspiegabile oblio della loro memoria. Il clero anghiarese e la Diocesi (allora esisteva quella di Sansepolcro), ha ricordato e suffragato questi due confratelli solamente nei primi tempi del dopoguerra, soprattutto ad opera del Proposto don Nilo Conti. Ho sentito quindi molto forte l'esigenza di ricordare, a ottant'anni dalla loro uccisione, don Giuseppe e don Domenico, sia come miei predecessori ma soprattutto come esempio di servizio sacerdotale in favore del popolo, consumato fino all'estremo sacrificio della vita. L'Unità Pastorale è stata quindi molto decisa a dare alla stampa il lavoro che mi onoro di presentare, ringraziando fin da subito l'impegno di Santino Gallorini e di Mario Del Pia e di altri collaboratori che hanno dato il proprio contributo. Nel 1963 l'Azione Cattolica Italiana riuscì a pubblicare un elenco dei sacerdoti uccisi durante la seconda guerra mondiale: ben 729 nomi, un numero che la Chiesa italiana non ha mai conosciuto nella sua quasi bimillenaria storia. Tra questi ve ne sono morti nei campi di sterminio, dispersi, sotto i bombardamenti. Durante il periodo della resistenza (settembre 1943-primavera 1945) muoiono ben 400 sacerdoti, 191 dei quali torturati e uccisi dai fascisti, 120 dai tedeschi, 33 dai repubblichini di Salò. E fuori d'Italia, in quegli anni tremendi, non è da meno: in Germania i nazisti ammazzano 204 preti, molti nei campi di sterminio. In Polonia, dal 1939 al 1945, i nazisti uccidono 3.000 preti, di cui 1.992 nei campi di sterminio. Pensiamo al P. Massimiliano Kolbe, oggi santo, ucciso nel campo di Auschwitz nel 1941. E poi molti sono i preti uccisi per aver nascosto e salvato ebrei; tutti ricordiamo il nome di don Pietro Pappagallo di Roma ucciso alle Fosse Ardeatine per aver dato rifugio a ebrei: legato, riesce a benedire per l'ultima volta i compagni di sventura. Nel territorio diocesano di Arezzo sono trucidati il parroco di Civitella della Chiana don Alcide Lazzeri, del quale è in corso la causa di beatificazione, e il parroco di S. Pancrazio don Giuseppe Torelli. Nel versante tosco-emiliano, legato alla diocesi di Sansepolcro o altre confinanti, sono uccisi altri sacerdoti che scelsero di restare a fianco del loro popolo. Dunque ottanta anni dopo il sacrificio di don Giuseppe Tani e don Domenico Mencaroni, la comunità anghiarese si riappropria di una memoria e la rende nuovamente condivisa, e la Parrocchia continua così il proprio compito di accompagnare la società promuovendo la pace, il bene comune, la solidarietà fraterna. È anche l'occasione per dimostrare l'impegno di tanti sacerdoti che nei momenti difficili della storia non hanno abbandonato il proprio gregge, ma sull'esempio di Gesù, il buon Pastore, che «offre la vita per le pecore. Il mercenario invece vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, e offro la vita per le pecore» (Cf. Gv 10, 11-15). Don Alessandro Bivignani Proposto di Anghiari

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