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Delitto in casa editrice. Una nuova indagine per il magistrato Elena Macchi
Veroni Laura

Delitto in casa editrice. Una nuova indagine per il magistrato Elena Macchi

Editore: Frilli

Reparto: Letteratura italiana: testi

ISBN: 9788869438004

Data di pubblicazione: 24/02/2025

Numero pagine: 240


16,90€
Si fa attendere

Sinossi

Il corpo senza vita di Luca Orrigoni, proprietario dell'omonima casa editrice, sita in via Robbioni in pieno centro a Varese, viene ritrovato nel suo ufficio dalla segretaria Marina Pillon la mattina seguente all'omicidio. L'uomo ha il volto deturpato da un colpo di proiettile sparato a bruciapelo. La segretaria, sconvolta, chiama la polizia. Il commissario Auteri e il magistrato Elena Macchi giungono sul posto. La Pillon riferisce che il suo capo si era attardato al lavoro, la sera precedente, rimanendo da solo nei locali della casa editrice. Nessuna effrazione. Se ne deduce che l'editore abbia aperto al proprio assassino. Lo conosceva? Aveva un appuntamento con lui? E, in questo caso, perché la Pillon ne era all'oscuro? Viene data la notizia alla moglie Bianca, la quale aveva trascorso la serata con un'amica e non si era accorta del mancato rientro a casa del marito. Dalla donna addetta alle pulizie si viene a sapere della relazione clandestina tra l'editore e una certa Lucrezia Sacchi, aspirante autrice, ma di scarso talento, la quale avrebbe avuto una tresca anche con l'editor della Orrigoni s.r.l., tale Giacomo Del Gaudio. È proprio da questi due personaggi, sui quali ricadono i primi sospetti, che prendono avvio le indagini. Come sempre, la Macchi viene supportata dal vicecommissario, Antonio Pozzi, che in questo episodio della serie ha un rapporto molto più che professionale con il magistrato. Le immagini scaricate da una telecamera posta di fronte alla casa editrice rivelano la presenza di una figura non identificabile entrare nell'edificio intorno all'ora del delitto, secondo quanto stabilito dal medico legale, dottor Gianciotto, e uscirne poco dopo. L'individuo indossa un piumino con cappuccio calato sulla testa e risulta impossibile metterne a fuoco il volto. Un particolare dell'abbigliamento, però, colpisce il P.M.: uno stemma catarifrangente piuttosto singolare. E sarà proprio il piumino a costituire l'elemento decisivo per la soluzione del caso.

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