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Editore: Moretti & Vitali
Reparto: Letteratura
ISBN: 9788871865706
Data di pubblicazione: 22/05/2014
Numero pagine: 135
Collana: Narrazioni della conoscenza
"I passi che noi compiamo per inoltrarci nella vita non si rivolgono a un progredire, a un gettarci in avanti. Il nostro progredire cessa con la nascita, quella nascita che darà l'avvio al dolore dell'esilio e che finirà con l'indurci al 'ritorno'. Ecco quanto registra questo libro. Nascita come esilio, dunque; un esilio doloroso e massimamente insicuro. Principio come dolore: tale è l'evento che Stefano Guglielmin tratteggia sotto i nostri occhi. Alle 'vie' del ritorno dall'esilio è dedicato questo libro, non senza qualche avvertenza. A iniziare da quel plurale: 'vie'. Con quel plurale l'autore annuncia che non unica è la via che porta al ritorno. Giungendo a precisare, fin dalle prime pagine dell'opera, che 'ciascuna via del ritorno è già sempre sviata dalla morte, s-centrata, depotenziata o esaltata, e comunque porta altrove'. L'avvertenza è chiara: il cammino che ci aspetta è labirintico. E non potrebbe essere altrimenti se, come Guglielmin chiarisce, la destinazione del ritorno non è mai l'indiviso della metafisica, o il principio incausato delle religioni, o una storica età dell'oro. La terra da raggiungere con il ritorno è sempre una 'terra abitabile': 'un'heimat in cui situarsi se non altro da nomadi, da viandanti', come registra l'autore nel prefiggersi di indagare a questo proposito le vie indicate dall'Orestea di Eschilo, dalle Rime di Cecco Angiolieri, dalle opere di Diderot, Rousseau e Voltaire..." (Dalla postfazione di Flavio Ermini)
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