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Editore: ABE
Reparto: Astronomia e scienze connesse
ISBN: 9788872971499
Data di pubblicazione: 02/01/2025
Numero pagine: 108
Collana: Cronache Regno di Napoli fra 1400 e 1500
Marco Beneventano fu un astronomo di fama. Egli polemizza con gli avversari del nominalismo, dottrina filosofica, una delle correnti più importanti della Scolastica, la quale sosteneva che i concetti, in filosofia chiamati universali, non posseggono una loro propria esistenza prima o scollegata dalle cose, né esistono al di fuori o nelle cose ma vengono concepiti solo come nomi. Dopo il 1500 lo ritroviamo a Venezia su invito del patrizio Giovanni Badoer, suo compagno di studi. Da qui, dopo qualche tempo, si trasferì a Roma, al seguito del cardinale Pietro Isvalies, (Messina, 1450 circa - Cesena, 1511), elevato al grado di principe della Chiesa nel 1500 dal papa Alessandro VI. (Filippo Crucitti, s. v. Isvalies in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 62, 2004). A Roma, si dedicò - in collaborazione con Giovanni Cotta - a studi geografici e astronomici. Tali conoscenze si riversarono nell'edizione romana del 1507 della Geographia di Tolomeo, per la quale elaborò, insieme con Cotta, gli ampi Schemata. Dopo la morte del cardinale Isvalies nel settembre 1511, Marco fece ritorno a Napoli, presso il cui Studio (cioè l'università) ottenne la cattedra di logica, e in seguito, tra il 1513 e il 1514, anche quella di geometria. Di vasta competenza astronomica e astrologica, Marco sostenne una polemica che lo oppose, tra il 1520 e il 1521, ad Albert Pigghe, docente di astronomia a Parigi. La controversia prese avvio nel 1520, quando Pigghe pubblicò in forma anonima il De aequinoctiorum solsticiorumque inventione, suscitando la reazione del Beneventano, che rispose con l'Apologeticum opusculum adversus ineptias cacostrologi anonimi (Napoli, A.Frezza, 1521), aspra critica rivolta all'ignoto astrologo che osava porre in discussione la validità non solo delle Tabulae Alphonsinae, ma anche delle scoperte di grandi astronomi quali Georg Peurbach (Purbach) e il Regiomontano (Johann Müller). Pigghe replicò con la Adversus novam Marci Beneventani astronomiam... Apologia (Parigi 1521), alla quale M. rispose nell'agosto 1521 con il Novum opusculum iterum scribentis in cacostrologum referentem ad eclypticam immobilem abacum Alphonsinum (Napoli, A. Frezza), che chiuse una disputa di notevole risonanza. Nel Novum opusculum del 1521 si definiva un "senex sacerdos ac Monachus". Dopo di quella data non si ha più notizia di lui; si ignora la data della sua morte. Non è certo, inoltre, che per il giubileo del 1525 Clemente VII lo abbia chiamato a Roma con l'incarico di penitenziere della basilica di S. Pietro, tra i diversi confessori nominati nel 1524 dal papa compare un "Marcus Abbas Beneventanus". Una tale identificazione, già proposta da A. Vittorelli (Historia de' giubilei pontificii, Roma 1625, p. 347), non trova evidenza documentaria. "Dalla lettura dei rotuli, cioè gli elenchi degli insegnamenti e dei professori, si evidenzia nell'anno accademico 1465-1466 la presenza, per la prima volta, di un corso di Strologia tenuto da Angelo Catone (1440 ca.-1496), filosofo beneventano, astrologo e medico di Ferrante I d'Aragona. Tra i suoi più importanti scritti c'è il De cometa anni 1472 in cui Catone riporta le indicazioni fenomenologiche e le caratteristiche di colore e di posizione della cometa, a cui attribuisce il nome di Pogonias; inoltre interpreta l'evento celeste dando indicazioni di tipo astrologico... Agli inizi del Cinquecento il nome che più spicca tra i lettori è quello del monaco celestino Marco da Benevento, teologo e matematico che durante la sua permanenza a Bologna aveva seguito insieme a Copernico le lezioni di astronomia di Domenico Maria Novara, tanto che nel volume Apologeticum opusculum si definisce Syderalis scientiae studioso.
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