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La principessa di Altamura. Isabella del Balzo regina vicaria di Puglia
Bascetta Arturo

La principessa di Altamura. Isabella del Balzo regina vicaria di Puglia

Editore: ABE

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788872974506

Data di pubblicazione: 22/11/2022

Numero pagine: 212

Collana: Donne reali e uomini d'arme


30,00€
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Sinossi

Isabella, superata la fase critica, fu battezzata. Pirro e Maria, nutrendo infinita devozione per il vedovo Re Ferrante e per la defunta sovrana Isabelle de' Clermont, zia di entrambi, le misero quindi nome Isabella. Al dolore e alla preoccupazione per una insperata salvezza in seguito alla morte dei fratellini, si aggiunse il problema dell'allattamento, avendo l'infantina una bocca così piccola che fu difficile trovare una nutrice col petto adatto. Il principe Pirro fece quindi ricercare una balia in tutto lo suo stato, e non se ne trovò nessuna dentro Altamura. Per cercar donna aver piccol pupegno, ch'avesse questa figlia ben lattato, per aver piccol popigno ne la ziza. Le ricerche, dettate dalla fretta, furono estenuanti, ma alla fine si trovò una baila e nutriza col capezzolo piccolo, sebbene de omne vitegno, in quanto poi si scoprì essere un'ubriacona col cervello innaffiato dal succo di ogni vigna, perché el più del tempo stava, questa, imbriaca e non sapea quel che se facea; e molte volte sopra de la naca con greve sonno spisso se adormea. Una brutta abitudine che fece patire non poco la piccola, spesso rimasta senza pappa. Oltre ad addormentarsi sulla culla, si racconta di quando aveva 22 giorni e un celeste tron cascò con fiamme accese. Il fulmine che ne seguì cadde sul castello di Minervino, rovinando la stanza dov'era la nutrice con la piccola. Tutte le donne fuggirono via per la paura. Isabella riuscì a salvarsi solo perché stava in cima, nel punto alto del palazzo. Passarono i primi mesi e la fanciullina, bella e buona, crebbe nel Palazzo di Altamura invidiata dalle due sorelle di poco più grandi, Isotta e Antonia, sempre pronta ad insidiarla, chi pugno le dava e chi buffetto, accusandola di essere il frutto di qualche perfidia. Ma lei evitò scontri e beffe, senza mai vendicarsi e perciò divenne amata da chiunque incontrasse durante le passeggiate, fra chi le dava e chi le prometteva, specie quando, con i suoi graziosi costumi e per il suo aspetto, incantava tutti quelli di Altamura, dove il padre si trasferì, essendo stato fatto Principe di quel castello. E poiché i complimenti erano solo per lei, la madre era costretta a sgridare continuamente le sorelle maggiori. Ma proprio le tante pene patite erano da considerarsi il segnale di un ricco futuro. Così la madre Maria: - Ognuna de voi bene m'ascolte: ché questa haverà ad essere Regina; e sia da voi in reverencia adorata, ché chi se umilia è sempre più exaltata. Isabella venne su come una rosa, ogni giorno più bella, da far invidia a tutte le più belle ragazze di Altamura. Non arrivò all'adolescenza che già i nobili ne chiedevano la mano. Ma venivano da fuori, oltreconfine, e già si parlava di principi giunti apposta da Napoli solo per vederla...

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