La vedova di Budapest. Beatrice d'Aragona di Napoli. La regina d'Ungheria esiliata a Ischia di Cuttrera Sabato; Bascetta A. (cur.) - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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La vedova di Budapest. Beatrice d'Aragona di Napoli. La regina d'Ungheria esiliata a Ischia
Cuttrera Sabato

La vedova di Budapest. Beatrice d'Aragona di Napoli. La regina d'Ungheria esiliata a Ischia

Editore: ABE

Reparto: Biografia e genealogia

ISBN: 9788872974667

Data di pubblicazione: 18/05/2022

Numero pagine: 156


30,00€
Esaurito

Sinossi

Beatrice fu per l'Ungheria la Regina del Rinascimento, fondatrice dell'aula della Biblioteca Corviniana del marito, amico di Lorenzo de' Medici, il quale si ispirò proprio alla sua collezione per far esplodere il rinascimento fiorentino anche nelle lettere. Quando morì il marito, con il fallimento nelle mani del nuovo Re, Beatrice, la matrigna e la nipote Isabella Duchessa di Milano furono costrette all'esilio sull'isola d'Ischia. Da qui il mito delle 'regine tristi' capeggiate da Giovanna d'Aragona che era anche sorella dell'invasore Ferdinando il Cattolico. Ad ogni modo fu grazie a lui che, liberata Napoli dai Francesi, sire e sirocchie tornarono almeno a Castelcapuano, nel 1502. Seguirono quattro anni di meditazioni, con Giovanna la Vecchia a prorex del fratello al posto dello scalpitante Gran Consalvo, almeno fino al suo arrivo, quando fu accolto nella ormai ex capitale, giunto a prendersi il reame, senza che Beatrice potesse mai più rivedere il trono d'Ungheria. La Regina morì in sobrietà il 13 settembre 1508, senza riavere neppure la sua dote. Il di lei corpo fu sepolto in S. Pietro martire e il suo nome venne scolpito solo su marmo, come il suo volto, immortalato, a 19 anni, da Francesco Laurana, poco prima del favoloso viaggio di nozze. In Ungheria Beatrice porterà con con sé molti dei preziosi tomi miniati dalle botteghe napoletane, trasferendo il Rinascimento alla seconda biblioteca d'Europa. Cinquemila codici realizzati prima del 1500 per una corte che abbandonava messali e corali a favore di libri luminosi e decorati, come quelli sulla vita di Plutarco e di Sant'Agostino, o sul trattato di galanteria che Diomede Carafa scrisse per lei.

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