Pietrastornina (Av) nata col papa di Avignone: la mensa detta San Martino dei 29 paesi di benevento da Clemente VI a Benedetto XIII rifondati dai migranti fuggiti dopo il sisma del 1348 che distrusse il Sannio antico di Bascetta Arturo - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Pietrastornina (Av) nata col papa di Avignone: la mensa detta San Martino dei 29 paesi di benevento da Clemente VI a Benedetto XIII rifondati dai migranti fuggiti dopo il sisma del 1348 che distrusse il Sannio antico
Bascetta Arturo

Pietrastornina (Av) nata col papa di Avignone: la mensa detta San Martino dei 29 paesi di benevento da Clemente VI a Benedetto XIII rifondati dai migranti fuggiti dopo il sisma del 1348 che distrusse il Sannio antico

Editore: ABE

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788872974988

Data di pubblicazione: 05/12/2024

Numero pagine: 124

Collana: Paesi della campania


26,00€
Si fa attendere

Sinossi

Secondo una teoria tutta nostra, la prima chiesetta nella zona del monte Vergine, intitolata a Santa Maria Vergine e Genitrice di Dio, nacque con un preposto insediatosi ora a Campora di Rotondi, ora in una non meglio identificata Submonte che palleggia l'antichità lombarda della Valle di Avellino con il luogo detto Trasmonte. Prima di ogni altra ipotesi che accomuna i paesi della Valle Caudina con quelli della Valle di Campobasso sarà preferibile analizzare meglio i toponimi. Non a caso il Catalogo dei Baroni, retrodatato finalmente al 1096, parla di una Valle Gauda e di una Valle Gaudina in un altro luogo del medesimo territorio. Moltre sciocchezze infatti potrebbero cadere studiando meglio la rivoluzione migratoria avvenuta dopo il sisma, la peste e l'invasione ungherese del 1348, quando molti paesi vennero ricostruiti e ben 29 dei circa 36 furono proprio quelli del Partenio, come risulta da una bolla del 1348, quando l'inviato del papa di Avignore, Bernardo Deucio, rifondò l'arcidiocesi di Benevento e questi 29 paesi che non estevano più nei luoghi originari e furono riedificati dove li vediamo, da Montesarchio a Sant'Angelo a Scala. Il 28 e 30 aprile 1348 Papa Clemente VI scrisse subito all'arcivescovo Balduino Treverense dell'Oppido Aquensi, Aquensis o Aquense, che rappresentava la Leodiensis Diocesis, dopo la vacazio dell'Imperio Romano per la morte di Enrico Imperatore e la seguente discordia con Ludovico di Baviera, eretico e manifesto scismatico. Lo fece poi sapere anche agli elettori imperiali: l'Arcivescovo Gerlaco di Civitate Maguntina, nelle vicinanze della Parte Incolis al vescovo Diaconense, al vescovo Coloniense che sono i quattro grandi elettori dell'Imperio Romano. Poi avvisa Re Carlo nella sua sede di Civitate Argentinensis il 4 agosto 1346 dell'invasione del Regno Romano super Alveo Reni, facendo Carlo, primogenito di Giovanni Re di Boemia divenuto cieco, da marchione della Moravia a Re dei Romani. Facendo pace il 23 agosto con il Re di Francia ed Inghilterra. Dilectis filiis nostri, si-abiiiis, consilio ot communi ojiidi -iuensis Leodiensis diocosis- 25 novembre Clemente VI scrive a Betrando. «Clemens Papa VI, legatum misit Bertrandum Cardinalem Deucium, a quo habitâ omnium diligenti informatione et antiquorum limitum, terminos Territorii Beneventani sic definivit diplomate Pontificiôm quod servatur in Archivo civitatis; estque huius tenoris: Urget nos Apostolicae servitutis etc. ex certa scientia limitamus per modum et terminos infrascriptes, In primis Castrum Pontis inhabitatum, et inde ascendere Castrum Casaldoni, Castrum Campi lattari, Castrum montis Leonis, Castrum Sancti Severi, Castrum Fragneti Monfortis, Castrum Fragneti Abbatis, Castrum Sancti Georgii Molendinaria, Castrum Sancti Andreae de Molinaria, Castrum petrae maioris, Castrum Paduli cum suo suburbio, sive Casali Sancti Archangeli, Castrum montis mali, Casale Templani, Castrum Apicii cum casalibus, Castrum Moroni, Castrum Venticani, Castrum montis Militum, Castrum montis aperti, Castrum montis Fuscoli cum casalibus, Castrum Tufii, Castrum Altavillae, Castrum Cepalloni, Castrum Petrae Strumierae, Castrum S. Martini, Castrum Cervinariae, Castrum montis Sarveli, Castrum Tocci cum casalibus, Castrum Torregusii, cum casali Popisii et aliis casalibus. Volumus itaque etc. Datum Avenione septimô Kalendes Iunilannô nonô, salutis autem 1350. «Sicque territorium Beneventanum erat amplum; nunc autem ab Hispanis valde suit imminutum: complectiturque tantum in praesentia Castra S.Angli de Cupola, Mottam, Panellam, Montem Orsi, Maccolum, Sciarram, Pastenam, Balnearam, S.marci a montibus, S. Lucii, S. Angeli, et Francavillam; quae omnia vix 3. aut 4. milliaribus distat a Benevento».

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