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Per la prima volta tradotto in italiano a distanza di ottant'anni da quando fu scritto, il Cézanne di Fry, pubblicato nel 1927 dalla casa editrice di Léonard e Virginia Woolf come saggio pionieristico sulla pittura di Cézanne, è oggi non solo un classico, ma un testo di finezza e profondità ineguagliate nella storia degli studi sul pittore, che sedimenta in questo studio riflessioni artistiche e estetiche maturate in oltre vent'anni di consuetudine e dialogo con le opere di quello che considerava il proprio maestro. Costruito come commento a una carrellata di oltre cinquanta opere di Cézanne, quasi tutte raccolte nell'allora collezione Pellerin, il saggio è una storia dello sviluppo della pittura di Cézanne: dagli inizi teatrali e baroccheggianti, alla forma insieme classica e drammatica che nel "colore plastico" perviene al culmine della sua ricerca. Una storia rivissuta in prima persona dall'esperienza d'arte di Fry, che attraversa le tensioni fondamentali della vocazione alla pittura: il talento, la passione, la tradizione, l'innovazione, il fallimento, l'umiltà, la solitudine, l'incomprensione del pubblico, mettendo nello stesso tempo alla prova del pensiero filosofico i fondamenti della pittura come tecnica: la rappresentazione, l'interpretazione, la complessa relazione fra contenuto e forma, linea, colore, volume e prospettiva nella visione e nello spazio pittorico.
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