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Oggi diamo per scontato che la difesa dalle minacce militari sia un onere esclusivo dello Stato. Sin dal tardo medioevo i dibattiti intorno all'interrogativo "chi paga per la difesa comune?" hanno coinvolto giuristi e teologi e sono stati un importante terreno di discussione politica. Questo lavoro analizza come fu affrontato, nell'età moderna, il problema della difesa delle città a partire da un caso di studio assai interessante: lo Stato di Milano, durante il periodo in cui formò parte dei dominî della monarchia spagnola (1535-1659). L'intensa dialettica che il finanziamento della costruzione e della manutenzione delle mura urbane produsse tra la corona e i suoi ministri, le comunità e il clero lombardi mostra un tessuto sociale e politico teso a una spasmodica difesa di interessi e privilegi corporativi. In tempo di pace le comunità e gli ecclesiastici arrivarono a negare qualunque obbligo fiscale per la difesa, contro la retorica del beneficio comune utilizzata dal sovrano. In questo senso il volume rappresenta un contributo innovativo per comprendere questioni di grande rilevanza nell'ambito della legittimazione della tassazione e della costruzione dei poteri pubblici.
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