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Editore: Luni Editrice
Reparto: Letterature straniere: testi
ISBN: 9788879848459
Data di pubblicazione: 24/06/2024
Numero pagine: 320
Traduttore: Piqué B.
Collana: Caffè letterario
Le avventure burlesche del Signor Dassoucy, considerato da Giovanni Macchia "il più avventuroso romanzo del Seicento", costituiscono un momento altamente significativo della narrativa burlesca francese del periodo. Musicista e poeta, amico di Molière, libertino, fu condannato dall'Inquisizione a Roma "per blasfemie e proposizioni ereticali" e perseguitato dai tribunali francesi per la sua omosessualità, Charles Coypeau Dassoucy è forse tra gli eredi più scapestrati di Rabelais. Più volte imprigionato e creduto morto, l'autore traspone nella sua "autofinzione burlesca" alcune delle tribolazioni che quasi gli costarono la vita, lo rovinarono e distrussero la sua reputazione. Attraverso il "racconto meraviglioso" delle sue disgrazie, Dassoucy lavora per ricomporre la sua memoria, attuando, al di là dell'apparente arbitrarietà del racconto, un doppio schema di trionfo e di riappropriazione dell'autostima associata a una profonda consapevolezza delle proprie "sorgenti intime" che permettono, all'eroe-narratore, di resistere a queste prove mortali: per questo motivo le Avventure burlesche possono essere definite in senso letterale come una storia di sopravvivenza basata sullo schema narrativo del trionfo che ripara la disgrazia. Il romanzo della sua vita offre, accanto a scorci d'ambiente della Corte di Francia e d'Italia, uno spaccato di vita popolare - prezioso anche perché piuttosto raro - dove protagonisti sono i musici, i comici, i vagabondi, i folli, i bari e i lestofanti, visti attraverso la lente di un linguaggio che alla vena iperbolica di Rabelais unisce la più sottile e controllata ironia polemica del "Grand Siècle".
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