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Editore: Edizioni Junior
Reparto: Educazione
ISBN: 9788884348555
Data di pubblicazione: 03/04/2019
Numero pagine: 164
Che cosa s'intende per "spazio pubblico"? Come partecipano a tale spazio i bambini e le bambine? Quali sono i modi in cui l'infanzia vive gli spazi pubblici, soprattutto quelli urbani? Che cosa si può fare perché anche i bambini si approprino degli spazi pubblici? Il volume cerca di dare risposta a questi interrogativi raccogliendo le riflessioni sviluppate durante i seminari che hanno accompagnato il progetto di ricerca europeo BRIC (Childhood, Public Spaces and Democracy) che ha coinvolto, per l'Italia, i servizi educativi per l'infanzia dell'Unione dei Comuni della Bassa Reggiana (ASBR). Filo conduttore del testo è la consapevolezza che l'educazione e la cura dei bambini e delle bambine coinvolgono un'ampia platea di soggetti (educatori, insegnanti, famiglie, amministratori), la cui interazione dinamica definisce i campi d'esperienza che vengono vissuti nei contesti urbani. In questo senso, è forte la denuncia del progressivo impoverimento dell'esperienza educativa offerta all'infanzia nelle nostre città. Anche la più elementare conoscenza dei luoghi - che deriva dal camminare, dall'andare, dal sostare e incontrare passanti e cittadini - sembra divenuta eccezionale e l'ambiente urbano appare uno scenario sempre più immateriale o virtuale della vita infantile. Si può ancora affermare, in questo scenario, che la città sia quel luogo dove un bambino o una bambina, attraversandola, scopre cosa vuol fare da grande? L'auspicio pedagogico che risalta - anche alla luce dell'evidenza empirica documentata - è che gli spazi pubblici urbani tornino a essere, o diventino, accessibili e aperti, in qualche misura anche rischiosi, per garantire ai bambini e alle bambine l'esperienza della scoperta e la costruzione di un autentico sentimento dei luoghi e della cittadinanza. E che ciò si realizzi attraverso la presenza mediatrice degli adulti. Nel caso dei bambini la cittadinanza non è rinviata nel tempo, e dunque di fatto negata, se perseguita anche ricorrendo a inevitabili forme della mediazione adulta, perché in definitiva tale mediazione assume, né più né meno, i connotati propri dell'educazione.
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