Sinossi

«Se una scrittrice come la Valtorta [...] compone un'opera così ampia, nella quale è contenuta una oggettiva argomentazione teologica sulla fede (e dal carattere sistematico), è legittimo poter acquisire, vagliare, criticare e trasmettere il quid dottrinale in essa illustrato, secondo una metodologia teologica a pieno diritto e senza rimanere interdetti, o peggio denigrare a-prioristicamente, una tale via di investigazione critica. Ciò che di teologico la Valtorta espone, infatti, deve essere accolto - eventualmente criticato - ma non rigettato unicamente alla luce del discorso "rivelato" che esso sottende: in tal modo ciò che di valtortiano è esposto e sottoposto allo sguardo dei lettori, non risulta contaminato da giudizi di sorta, poiché il fatto della "rivelazione privata" può comunque lasciare il posto - a livello critico - al fatto dell'esposizione teologica di un argomento, che con questa dignità può e deve essere accolto.»