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Acqua e zucchero
Azzalin Dino

Acqua e zucchero

Editore: NEM

Reparto: Letteratura italiana: testi

ISBN: 9788888903705

Data di pubblicazione: 30/05/2024

Numero pagine: 200

Collana: Lanterna magica


18,00€
Si fa attendere

Sinossi

Acqua e Zucchero è la testimonianza dell'amore di un figlio verso i propri genitori, ma non è un romanzo storico o il racconto esclusivo di una saga familiare, bensì la rievocazione di vicende in cui potrebbero riconoscersi tanti italiani che hanno lasciato la loro terra d'origine per stabilirsi in un'altra regione della penisola che sembrava garantire opportunità di crescita economica e sociale. Lo scrittore ricorda la sua infanzia tra le corse sugli argini del Bacchiglione e i fiumiciattoli di irrigazione della campagna veneta, la meraviglia delle scoperte (acqua) e lo zuccherificio che ha cambiato per sempre la fisionomia, la vita e la storia del Paese (zucchero). Dino Azzalin, che è stato recentemente insignito della Cittadinanza Onoraria di Pontelongo (Padova), narra come la sua famiglia ha affrontato il "tempo dell'esodo", quando agli inizi degli anni Sessanta, come molti altri contadini spinti dall'indigenza dovuta alle difficoltà del dopoguerra, lasciò il paesino della campagna veneta per intraprendere il viaggio verso la "Terra Promessa", una provincia della generosa Lombardia. Protagonista imprescindibile è la Jole, madre dell'autore vera anima della famiglia, modello iconico del ruolo femminile nella società contadina di quel tempo: si occupa della crescita all'educazione dei figli e si occupa del lavoro domestico; provvede alla cura degli animali e all'impegno nei campi. Giunta con la famiglia a Varese, contando sulla complicità del "Toni", marito e padre dei suoi figli, si prenderà carico di gestire il nuovo assetto organizzativo e sarà la fautrice della rinascita nel contesto varesino. Il pensiero corre subito alle dinamiche dell'immigrazione ai nostri giorni che sovente sono le medesime di allora, come analoghi sono le incertezze, i timori, il coraggio e la speranza. Al pari degli odierni migranti che giungono, però, sui. cosiddetti barconi della morte, gli esuli di cui si parla arrivarono in una terra dall'accento diverso, scandito da unaltro dialetto. Non mancano i riferimenti storici di episodi terribili come quelli della guerra, per l'alto tributo di sangue e orrori pagato dalla famiglia, alternati ad altri indimenticabili vissuti con gli occhi del bambino, tra incantesimi, stupori, e paure. Un risultato che fa di una realtà a volte molto amara, ma maestra di un'arte di una dignitosa sopravvivenza, un florilegio finale di immagini sul mondo ormai scomparso del Veneto contadino, e un affresco di gioia per la promessa mantenuta.

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